Per acquacoltura – o aquafarming - si intende l’allevamento di pesci, crostacei e molluschi in ambienti creati dall'uomo. I pesci in natura sono sfruttati da sempre e le previsioni suggeriscono che il consumo annuale di proteine marine commestibili ha già superato il suo picco nel modo in cui utilizziamo le risorse attuali. Una pesca responsabile e sostenibile sarà cruciale in futuro. Gli oceani non possono naturalmente far fronte alla crescente domanda di pescato. L’acquacoltura è uno degli strumenti per colmare il divario tra la domanda e l’offerta di prodotti ittici.
Il pesce non deve per forza essere pescato, si può anche allevare con semplici tecniche di acquacoltura. I bacini sono ricavati su bassi fondali accanto alla costa, mediante recinzione con argini di terra o con reti metalliche. Gli allevamenti si possono suddividere in: impianti a terra e impianti a mare. La prima tipologia è la più utilizzata nell'area mediterranea e include vari sistemi di allevamento: estensivi e valli da pesca, intensivi con flusso d'acqua a perdere e intensivi a ricircolo. Gli impianti a mare sono costituiti da gabbie sia galleggianti sia sommerse che sommergibili. Le caratteristiche strutturali - in particolare la capacità di resistere al mare mosso - evidenziano due diversi modelli: gabbie adatte all'uso in aree marine protette (come baie o fiordi) e gabbie in mare aperto. Lo sviluppo attuale dell'acquacoltura serve a ridurre gli impianti a terra o sotto costa e sviluppare attività in off shore.
L'UE è il quinto produttore mondiale di pesca e acquacoltura, e rappresenta circa il 3% della produzione mondiale. Il 78% di questa produzione proviene dalla pesca e il 22% dall'acquacoltura. Spagna, Danimarca e Francia e sono i maggiori produttori in termini di volume nell'UE. L'acquacoltura è un'attività significativa in molti Stati membri, con una produzione di circa 1,37 milioni di tonnellate in volume e oltre 5 miliardi di euro in valore. I mitili mediterranei costituiscono circa il 36% del volume totale allevato nell'UE, mentre il salmone atlantico e la trota iridea insieme rappresentano un altro 30% delle principali specie commerciali. I principali Stati membri produttori di acquacoltura in termini di volume sono Spagna, Francia, Italia e Grecia. Della produzione totale mondiale dell'acquacoltura, l'UE occupa una quota dell'1,13% in termini di volume e del 2,29% in termini di valore.
L’allevamento ittico (fonte ICRAM) è uno dei settori più dinamici e in crescita dell’economia italiana e offre oggi circa 750 siti produttivi, con un totale di 64mila tonnellate/anno e una produzione lorda vendibile di 338 milioni di euro, con 14mila addetti al “sistema acquacoltura”, compreso l’indotto. L’allevamento ittico è inoltre una grande opportunità per le donne e la loro presenza è fondamentale negli allevamenti ittici.
Tra le specie di acqua dolce quelle più facili da allevare ci sono: la trota iridea, la carpa e la tilapia - quest'ultima solo in climi tropicali. Nelle valli da pesca italiane si trovano anche anguille e cefali. In mare vengono invece allevate le specie più richieste dai mercati locali. In Italia negli allevamenti a terra vengono allevate quasi solo spigole e orate mentre negli impianti in mare aperto si trovano prevalentemente tonni e ricciole.
I raccordi PLASSON sono progettati per la giunzione di tubi in PE e offrono un'ampia gamma di diametri e tubi ad alto SDR e comprendono una linea dedicata ai sistemi di allevamento del pesce di selle di grande diametro che permettono una diramazione in loco facile ed efficiente, consentendo una soluzione a tenuta stagna economica per la circolazione e il convogliamento dell'acqua nel sistema.